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IL PLURILINGUISMO come scelta di civiltà PER TUTTI
In questi giorni le famiglie devono confermare l’iscrizione dei loro figli alla scuola per l’anno prossimo. Abbiamo appreso che alcune scuole in diverse province italiane sono tornate a proporre ai genitori l’opzione del cosiddetto “inglese potenziato”, ovvero la possibilità di utilizzare le due ore settimanali di insegnamento della seconda lingua comunitaria (francese, tedesco e spagnolo) nella secondaria di I grado per potenziare l’insegnamento della lingua inglese che si avvarrebbe, in questo modo, di un monte ore pari a cinque ore settimanali.
Si tratta di una opzione della quale ci permettiamo di evidenziare i limiti e la pericolosità.
Se, per ipotesi, ci si orientasse tutti verso questa scelta, si finirebbe per non avere più molte persone in questo Paese in grado di interagire in lingue diverse dall’inglese.
Nel mondo dell’economia, questo significa che le nostre imprese che, ad esempio, commerciano con Paesi di lingua francese o tedesca o spagnola potrebbero ricorrere a personale proveniente da altri Paesi in grado di usare queste lingue anche in contesti professionali. Oggi si sta sui mercati mondiali con tutte le lingue del mondo e non con una sola lingua per quanto importante e globale essa sia.
Non è un caso se l’Europa ha sempre orientato le sue politiche linguistiche in modo tale che gli Stati membri, a cui resta la totale autonomia in materia di scelte in ambito scolastico, scegliessero di inserire l’insegnamento di due lingue per tutti - oltre alla madre lingua - nei diversi percorsi scolastici.
Sorprende che, nel nostro Paese, non si sia ancora capito che la conoscenza della sola lingua inglese rischia di diventare presto una nuova forma di analfabetismo.
Ci rivolgiamo, quindi, ai decisori politici perché rivedano quanto previsto dall’art. 25 del D.L.vo 226/05, contro cui ci sono già state tre ordinanze cautelari del TAR del Lazio (n. 1589, 1590 e 2571 del 2009).
Ci rivolgiamo ai dirigenti scolastici perché informino le famiglie su una scelta di tipo plurilingue
Ci rivolgiamo, infine, ai genitori perché valutino, con attenzione, una scelta che di fatto rischia di escludere i loro figli dai mercati globali e da quella ricchezza culturale e personale che solo la capacità di comunicare in più lingue permette.
Dal canto nostro, continueremo il nostro impegno per ridare la giusta importanza all’educazione plurilingue e interculturale per tutti nella scuola pubblica.
Roma, 14 giugno 2013
Laura Stame, Presidente ADILT, Associazione Docenti Italiani di Lingua Tedesca
Maria Luisa Jetti, Presidente AISPI Scuola, Associazione Ispanisti Italiani Scuola
Luisa Marci Corona, Presidente ANILS, Associazione Nazionale Insegnanti Lingue Straniere
Silvia Minardi, Presidente LEND, Lingua e Nuova Didattica
Beth Ann Boyle, Presidente TESOL Italy, Teachers of English to Speakers of other Languages
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